venerdì 24 gennaio 2014

"Lampedusa" Conversazioni su isole, politica, migranti di Giusi Nicolini con Marta Bellingreri

Giovedì, 23 Gennaio 2014 Ilaria Guidantoni

Una conversazione, più che un’intervista o un reportage. Questo è per me “Lampedusa”, viaggio su uno scoglio cesura e ponte tra due continenti, l’Europa e l’Africa, isola nel senso dialettico e contraddittorio del termine, terra di confine e confino appunto, approdo degli ultimi, umiliati e offesi. Una lunga chiacchierata che dell’intimità di una conversazione riporta il tu informale, il suo andare e venire senza una traiettoria tracciata, divagazioni e richiami a riprendere il filo.

Si avverte la confidenza e la consuetudine di due persone rispetto a
Giusy Nicolini
quello che raccontano, frutto di una condivisione vissuta e partecipata insieme. Anche per chi, come me, non è mai stato sull’isola, è come esserci, gettati in mezzo ai suoi disagi, ai suoi problemi. Per un giornalista vi si trovano denunce e informazioni, ma sembra che il libro nasca più da un’esigenza interiore, di restituire un’emozione, di non perdere la memoria, come quando ci si affida ad un diario, piuttosto che pensato per un pubblico. Non si sente nessun ammiccamento, nessuna volontà didattica, anche a costo di costringere chi legge a trovare un filo, a seguire i sentieri tortuosi di un vissuto, a rincorrere e perdersi nella frammentarietà del discorso parlato, senza troppa rielaborazione. In fondo le domande sono un assist, un commento talvolta, tal’altra un intermezzo, una cucitura, che spesso terminano con dei puntini di sospensione e non con un punto interrogativo.

Marta Bellingreri
E’ un conversare sincero, un discutere, due punti di vista complementari che convergono su uno scoglio centrale nel Mediterraneo. Dal libro emerge un appello come quello del sindaco di Lampedusa e Linosa, Giusy Nicolini, il 13 luglio 2013. E’ più forte l’invito a rimboccarsi le maniche, la determinazione alla concretezza, la forza dell'esempio, piuttosto che la rabbia, la denuncia. E’ questo anche il senso del libro che Marta Bellingreri, autrice palermitana di storie e reportage – con esperienze in Siria, Libano, Egitto, Palestina, Giordania e Tunisia dove ha vissuto tra il 2012 e il 2013 e dove l’ho conosciuta – porta avanti come una studiosa e un’attivista che ha fatto esperienza sul campo prima di essere scrittrice (si è occupata di minori migranti a Lampedusa e Roma). L’ammirazione per Giusy Nicolini che emerge dal testo fin dal titolo è per il suo essere attivista in prima linea, parte coinvolta e non solo sguardo intellettuale, fin da quando era esponente di Legambiente.

La recensione integrale su Saltinaria.it

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