Marsiglia, città della cultura meticcia. Intervista alla scrittrice e giornalista Stefania Nardini
Scritto da Ilaria Guidantoni Domenica, 21 Febbraio 2016
La città più meticcia d’Europa, come già Schopenhauer amava definirla nell’Ottocento, anche a tavola è un mosaico di sapori, con il suo porto fenicio – il primo di Francia e il secondo del Mediterraneo - che ha portato nei secoli, invasori, gente in cerca di fortuna, in fuga da regimi autoritari, come molti italiani nel periodo del Fascismo, avventurieri richiamati dal fascino di una città insidiosa e baciata da una luce struggente.
Abbiamo incontrato la scrittrice e giornalista Stefania Nardini, nel café de Noailles, storico caffè a due passi dal porto vecchio della città dove trascorre gran parte della sua vita – per il resto si divide tra Bettona e Roma - per farci raccontare lo spirito che si respira in questa città. Incontrarsi a tavola è nel Mediterraneo sempre un’occasione per capire lo spirito e l’atmosfera di un popolo e anche la sua cultura, quella non scritta.
«Il fatto – ha esordito Stefania, ridendo - è che non esiste una cucina marsigliese perché la città è da sempre un crocevia di popoli: è una cucina povera ma gustosa che profuma di Mediterraneo, di olio d’oliva – che solo in quest’angolo di Francia d’altronde è utilizzato – e di ‘aglio menta e basilico’ per dirla con il titolo di un libro dello scrittore Jean-Claude Izzo, scrittore non a caso di origine italiana che nel quartiere popolare del Panier ha ambientato i suoi noir con il commissario Fabio Montale (che abbiamo recensito anche su Saltinaria)».
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http://www.saltinaria.it/
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