giovedì 17 ottobre 2013

Editoriaraba - “Ti ho amata per la tua voce”, e quell’amore che non può avere fine mai


Lucilla Parisi ha letto e recensito per Editoriaraba il libro “Ti ho amata per la tua voce” di Selim Nassib dedicato alla cosiddetta Callas araba, definizione un po’ ad effetto, ma Umm Kulthum è stata una grande voce e un simbolo del panarabismo. Il libro è interessante e molto delicato (ndr).

di Lucilla Parisi

Lo scrittore libanese Sélim Nassib ci racconta la storia della più nota cantante araba del secolo scorso, Umm Kulthum, e lo fa attraverso le parole di uno dei poeti che contribuì, con i suoi testi, ad accrescere la fama della Stella d’Oriente: Ahmad Rami.

L’artista egiziana, che dominò la scena musicale dagli anni Trenta sino alla sua morte, avvenuta nel 1975, viene descritta in queste pagine come la donna che, grazie alla sua determinazione e lungimiranza, seppe ottenere, non solo dai suoi fedelissimi ammiratori, ma anche dal potere e dai suoi più agguerriti antagonisti, il massimo rispetto e il pieno riconoscimento.

Una grande conquista per Umm, nata in un piccolo villaggio sul delta del Nilo, Tamaya al-Zahariyya e figlia dell’imam della moschea locale. Ancora molto giovane si trasferì al Cairo per ricevere una educazione adeguata: iniziata alle tradizioni della scuola egiziana classica del Novecento, sviluppò il talento musicale più sorprendente del secolo.

“Oltre a interpretare le forme più rigorose della canzone in arabo letterario, la qasida derivata dai modelli dei grandi poeti classici dell’Islam, Umm si è dedicata a generi innovativi più agili, generalmente in arabo colloquiale, come dawr, a carattere semi-improvvisativo; taqtuqa, considerata come la canzone leggera tra le due guerre; e munulug, una sorta di canzone narrativa nella quale la musica aderiva liberamente al significato del testo privilegiando l’effetto drammatico”.
(dalla postfazione al romanzo di Paolo Scarnecchia)

Sélim Nassib ci regala un ritratto umano e poetico di questa Diva, descritta con gli occhi dell’amore che Ahmad Rami nutrì per lei nel corso di una vita. La vicinanza del poeta e della cantante, che seppe interpretare con uno stile originale e del tutto personale i testi del suo autore prediletto, è scandita non solo dai testi delle canzoni d’amore scritte per lei e a lei dedicate, ma anche da una passione profonda che non trovò mai il suo atteso coronamento.

I destini dei due protagonisti procedono paralleli, scortandosi in una sorta di unione professionale e da una corrispondenza amorosa impossibile da realizzare. L’ascesa di Umm tra le stelle del firmamento della canzone araba la obbligherà ad operare delle scelte di vita inconciliabili con il sodalizio esclusivo venutosi a creare con Ahmad Rami.

L’Egitto in cui si diffonde la fama della Stella d’Oriente è quello che vede il passaggio dalla monarchia filo-britannica alla Repubblica; è il Paese della Rivoluzione del 23 luglio, del re Fārūq prima e del colonnello Gamal Abd el-Nasser dopo e del suo progetto panarabista di cui la stessa Umm Kulthum si fece interprete e punto di riferimento per il popolo arabo, anche in seguito alla disfatta della Guerra dei Sei Giorni (1967).

È il tempo del cambiamento anche per la canzone tradizionale che non può sottrarsi alle influenze e alle spinte moderniste provenienti dall’Occidente, ma anche dallo stesso mondo artistico e musicale egiziano. La diffusione dei mezzi di riproduzione e diffusione quali la radio, il cinema e la televisione consentirono alla cantante di raggiungere i Paesi del Vicino Oriente e di adattare il proprio repertorio ad un pubblico sempre più numeroso, che attendeva trepidante i suoi concerti. Divenne così la voce ufficiale di Radio Voce del Cairo, che trasmetteva non solo le sue più note canzoni d’amore, ma anche versi decisamente patriottici.

Nel romanzo di Sélim Nassib ritroviamo i passaggi più salienti di questa straordinaria esistenza, dai primi anni della formazione al funerale memorabile, in cui la bara fu sollevata e fatta passare di mano in mano sulla folla. Il tutto narrato dalle parole del poeta Rami che l’autore ci descrive come irrimediabilmente divorato dall’amore-ossessione per quella donna da cui non riuscirà mai ad allontanarsi definitivamente.
Umm Kulthum in chiave pop
della designer libanese Rana Salam

“Avrei potuto dirti che era la mia gioventù, tanto tempo fa, parlartene come di un amore violento ma superato, uno di quegli amori che si possono finalmente guardare con occhi da nonno. Ma arde come il primo giorno, sempre così nuovo, cosa ci posso fare”.

Oltre a Rami, altri poeti e musicisti si alternarono sulla scena e nella vita professionale di Umm, tra cui il celebre suonatore di liuto Muhammad al-Kasabji e il cantante e compositore  Mohammed Abd el-Wahaab.

Il libro è una testimonianza, seppur romanzata, di un’esistenza grandiosa, quella di una donna che ha segnato la storia di un popolo, lasciando dietro di sé un ricordo personale ed un patrimonio artistico-musicale inestimabili. La narrazione in prima persona, come una sorta di diario postumo dei giorni che furono, rende perfettamente il significato dell’affinità e del sentimento che legò il poeta alla cantante, qui ritratta nella sua grandezza, ma anche nella sua umana fragilità.

“Non chiedevo tanto. Ho cercato di cantare nel miglior modo possibile […]. Ho passato l’esistenza a misurare un lungo, interminabile palcoscenico di legno, che si prolunga di paese in paese. Sono sempre stata dallo stesso lato, in piedi, con la luce dei proiettori negli occhi, a cantare un’unica canzone. Come se avessi vissuto solo un attimo, ma eterno, un’unica nota tenuta a lungo, fino alla fine”.

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Sélim Nassib è nato nel 1946 a Beirut e vive a Parigi. In Italia sono stati pubblicati, oltre a Ti ho amata per la tua voce, anche L’amante palestinese e la raccolta di racconti Una sera qualsiasi a Beirut, sempre pubblicati dalle Edizioni e/o.

Ti ho amata per la tua voce, di Sélim Nassib – (Settima ristampa, Tascabili Edizioni e/o, marzo 2010). Traduzione dal francese di Barbara Ferri. Titolo originale: Oum (1994).

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