giovedì 25 luglio 2013
Editoriaraba - Letteratura araba e biblioteche italiane: istruzioni per l’uso
Spesso la letteratura araba può spaventare chi non la conosce. Nomi difficili da pronunciare, titoli mal tradotti che volentieri (purtroppo) rimandano all’esotico, temi controversi e sensibili.
Se questi libri però li trovassimo in biblioteca, ci sembrerebbero più familiari. Il nostro occhio di lettori si abituerebbe a leggere nomi arabi e comincerebbe a considerare questi libri come familiari.
La riflessione nasce dalla lettura dell’ intervento “Biblioteche pubbliche: la sfida multiculturale”, scritto dall’arabista e traduttrice Elisabetta Bartuli in occasione del 49° Congresso nazionale dell’Associazione Italiana Biblioteche. Bartuli, ben 10 anni fa, sottolineava la necessità, per le biblioteche italiane, di fornirsi di testi di letteratura araba accanto ai testi in lingua originale rivolti alle comunità migranti.
Dieci anni dopo cosa è cambiato? In che stato versa la letteratura araba nelle biblioteche italiane ?
Qualche tempo fa, per un anno intero, con l’Associazione Arabismo abbiamo organizzato le presentazioni di libri all’interno del BiblioCaffè Letterario di via Ostiense a Roma. Il BiblioCaffè è in sostanza una delle biblioteche del circuito delle biblioteche pubbliche romane che si trova all’interno del più famoso Caffè Letterario. Alla fine di ogni presentazione eravamo soliti donare il libro presentato (e firmato dall’autore) alle responsabili della biblioteca, che erano sempre non sono molto disponibili, ma anche curiose e attente verso questo mondo e verso la sua letteratura. Quella di “Arabismo al Caffè” è stata un’esperienza molto interessante e mi piace pensare che i libri donati siano, da allora, passati tra le mani dei frequentatori del BiblioCaffè.
Meno positiva è stata l’esperienza di una lettrice di Bari, che mi ha detto quanto funzioni male il sistema bibliotecario della sua città, al punto da preferire di acquistare i libri online piuttosto che ordinarli in una delle biblioteche cittadine. Coraggioso è stato invece un lettore della provincia di Varese che ha chiesto al bibliotecario comunale di acquistare una serie di libri di letteratura araba e saggistica sull’argomento mondo arabo. L’esperimento ha funzionato e pare che abbia ottenuto un certo successo tra gli avventori della biblioteca.
Sono sicura che chiunque frequenti più o meno assiduamente le biblioteche italiane abbia una storia da raccontare. Quello che mi preme capire però è quanta letteratura araba c’è nelle biblioteche italiane?
E qui mi rivolgo non solo agli “esperti” arabisti di cui parla Bartuli nel suo intervento, ma anche ai tanti lettori del blog che non sono specialisti del settore.
C’è la letteratura araba?
Da quali autori è rappresentata?
A che data risalgono i libri (ovvero: c’è solo Nagib Mahfouz o anche qualcosa di più recente)?
Se i libri ci sono, sono ben visibili?
Sotto quale etichetta sono stati catalogati?
In quale settore si trovano?
La biblioteca organizza eventi culturali per promuovere la lettura di questi testi?
Chiara Comito
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