giovedì 4 luglio 2013

Editoriaraba - A Tangeri, tra café e la Beat Generation


Editoriaraba è sbarcata in Marocco, a Tangeri, la città bianca, ventosa, internazionale, la città che dista solo 14 chilometri dalla costa spagnola.

Tangeri (Tanja in arabo) fu la città che ospitò, negli anni in cui fu dichiarata “zona internazionale”, prima dell’indipendenza del Marocco nel 1956, tantissimi stranieri tra artisti, intellettuali, spie, esiliati, speculatori finanziari e personaggi eccentrici di ogni tipo.

Fu forse la sua aria distratta e accogliente, tipica delle città che si affacciano sul mare, ad attirare questa “marmaglia” colorata ed eclettica.

Tra di essi non possiamo non menzionare gli scrittori della Beat Generation come Paul Bowles, Jack Kerouac e William Burroughs, che passarono diverso tempo a Tangeri animandone la vita culturale e inspirando l’anima intellettuale locale.

I caffè e le vie di Tangeri portano ancora il segno della presenza di questi intellettuali: nell’Hotel el-Muniria soggiornarono Ginsberg e Kerouac, mentre Burroughs vi ambientò il suo Pasto Nudo. Quest’ultimo amava trascorrere del tempo al Café Central, che si affaccia sul Petit Socco e che ancora oggi è il ritrovo degli stranieri di passaggio a Tangeri (tra l’altro si gusta un ottimo espresso anche se un po’ caro). All’Hotel Continental, affacciato sul (nuovo) porto, Bertolucci ambientò parte del film tratto dal romanzo di Bowles Il tè nel deserto.

Dal Café Hafa, dalle cui terrazze a picco sul mare si sorseggia un ottimo tè alla menta (una specie di istituzione), sono passati sia Bowles sia i Rolling Stones.

Il Gran Cafè De Paris invece fu il teatro principale del salotto letterario durante il periodo dell’Interzona, frequentato da Tennesse Williams e Truman Capote.

Tangeri è ancora oggi una città vivace dal punto di vista culturale anche se, forse, potrebbe esserlo di più. Vi saprò dire meglio nelle prossime settimane, visto che ci rimarrò fino alla fine del mese di agosto.

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