di Giacomo Longhi
Quel che aggiunge interesse a un libro di storia nazionale come Siria. Dagli ottomani agli Asad. E oltre (Mondadori Università, 2013), non è solo il paese trattato, su cui pesa oggi più che mai un fuorviante caos informativo, ma anche la poliedricità del testo, in cui confluiscono la precisione dello storico, la cura filologica dell’arabista e l’abilità del giornalista.
Lorenzo Trombetta, corrispondente dell’Ansa basato a Beirut, ci accompagna in un’indagine innanzitutto dall'interno, che dalla fine del dominio ottomano ripercorre le questioni cruciali della storia siriana. Il mosaico comunitario, la difficile indipendenza e il costituirsi di un regime, quello degli Asad, sono analizzati dettagliatamente nella loro struttura di potere. Particolare attenzione viene data alle diverse anime sociali della Siria e alla loro interazione, mentre l’analisi degli eventi successivi al 2011, letti in rapporto alla continuità e discontinuità col passato, rappresenta il punto d’arrivo del volume.
Attualità e storia sono raccontate grazie al sostegno di un’inedita ricchezza di fonti, spesso raccolte personalmente dall’autore. Proprio al tema delle fonti e della loro attendibilità l’autore dedica un’opportuna premessa, una sorta di guida all’uso per non affondare “nelle sabbie mobili dell’informazione”. È da apprezzare, inoltre, il consistente spazio riservato, nella bibliografia, alle pubblicazioni in arabo, sia di tipo accademico sia opera di noti intellettuali siriani, che si sono rivelate in alcuni casi cruciali per ricostruire aspetti come le questioni identitarie tra epoca ottomana e mandato francese, testimoniate da Yusuf al Hakim, o la realtà delle carceri, ricostruibile principalmente grazie alla letteratura memorialistica di ex detenuti come Yasin al Hajj Saleh o Mustafa Khalifa.
Scritto con vivacità e passione, Siria. Dagli ottomani agli Asad. E oltre è un testo rigoroso dal punto di vista scientifico e di piacevole lettura, sicuramente il più completo in italiano sull’argomento.
Chiudo con una citazione dal libro, che può dare conto dello spirito con cui è stato scritto: “Se c’è una scelta di parte, della quale non mi scuso, è questa: non l’adesione a politiche, strategie o ideologie, ma l’aver indagato in modo partecipe la situazione di un popolo”.
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