martedì 2 luglio 2013

Egitto, la contesa divampa


Grande spazio sui quotidiani all'Egitto e all'ultimatum dei generali al presidente Morsi che ha 48 ore per trovare una via d'uscita.
"La Repubblica " (2 luglio 2013 alle pagine 8 e 9) parla di tensioni in tutto il paese, sei ministri dimissionari, 20 morti e oltre 700 feriti. La palla è all'esercito che rimasto neutrale finora potrebbe ripetere lo scenario del febbraio 2011 quando costrinse Moubarak alla resa. L'obiettivo sarebbe riportare in equilibrio un'economia devastata dalla contrazione del turismo e non solo. L'arroganza degli islamista sembra prossima alla resa. Chiaro e forte l'intervento dello scritto Ala al-Aswani che festeggia, scappando una Pepsi, la prossima fine del potere degli islamista precisando che non si tratta di una fede romantica ma della consapevole della forza del popolo egiziano nel quale crede. A onor del vero precisa anche che l'esercito è impegnato nella difesa dello Stato anche perché coinvolto direttamente con i propri interessi considerato che le forze armate controllano il 40% della ricchezza del Paese.
Il dubbio che mi rimane è sempre lo stesso, se fossi lí vedrei le stesse cose che mi raccontano? L'esperienza tunisina mi ha segnata molto in tal senso. So da fonti dirette che persone che sono state a Istanbul in questi giorni minimizzando quanto si vede sul piccolo schermo. Il guaio è che spesso enfatizzato senza vedere davvero il marcio.

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